Esso è indispensabile durante la vita intrauterina (quando l’ossigenazione del sangue non avviene nei polmoni, ma nella placenta), ma dovrebbe chiudersi entro poche ore dalla nascita.
La mancata chiusura del dotto comporta il passaggio di una parte del sangue espulso in aorta, nel circolo polmonare, sia durante la sistole che durante la diastole, a causa del fatto che la pressione sistemica è maggiore di quella polmonare, durante tutto il ciclo cardiaco.
Questo sangue, dopo essere passato nuovamente attraverso il circolo polmonare, torna nell’atrio e, quindi, nel ventricolo di sinistra, provocando il sovraccarico volumetrico della circolazione polmonare e del cuore sinistro, fino all’insufficienza cardiaca congestizia (CHF) e all’edema polmonare.
Nel cane, questa cardiopatia congenita, a carattere ereditario e con spiccata prevalenza nel sesso femminile (rapporto 3:1) sembra essere determinata da diversi gradi d’ipoplasia della parete muscolare che influiscono sulle dimensioni e la morfologia del dotto arterioso.